Nel giugno 2022, la Commissione ha presentato una proposta legislativa che, una volta adottata, obbligherà gli Stati Membri dell’UE a iniziare quest’opera di risanamento entro il 2030. Dopo un negoziato difficile, il regolamento sul ripristino della natura è stato approvato il 17 giugno 2024. Obbliga gli Stati membri ad avviare il processo di risanamento delle loro praterie, foreste, zone umide, acque dolci e marine, con obiettivi incrementali nel tempo. In più, il regolamento stabilisce obblighi di tutela la natura nelle zone urbane, mantenendo e aumentando il verde urbano e la copertura arborea. Li obbliga altresì a fermare il declino delle popolazioni di impollinatori, di promuovere la coesistenza dell’agricoltura coesista con la biodiversità, di ripristinare lo stato ecologico dei corsi d’acqua e di rimuovere alcune delle infrastrutture in disuso in modo che possano scorrere liberi.
Il gruppo di ricerca affronta le questioni giuridiche sollevate dal regolamento sul ripristino della natura: come si inserisce nell’ordine giuridico dell’Unione e costituzionale italiano, la sua coerenza con gli strumenti UE già in vigore per la tutela degli habitats e delle specie protette, le sinergie con il diritto e la politica agraria. Sono altresì da studiare i conflitti che possono sorgere con i diritti di proprietà e con altri diritti fondamentali. LA ricerca riguarderà inoltre il quadro degli strumenti di finanziamento per i progetti di ripristino, compresi gli aiuti di stato, la governance del ripristino della biodiversità e il ruolo della partecipazione pubblica.
Il progetto comprende tre deliverable:
- Attività di sensibilizzazione e outreach (2024)
- Il Nature Restoration Report (2025)
- Una conferenza internazionale (autunno 2025)